Siamo a tu per tu con Marco Invernizzi, giovane varesino che ha deciso di affrontare un’avventura unica: il giro del mondo in sella alla sua bici, da solo. Ecco cosa ci ha raccontato.
– Ciao Marco, innanzi tutto ti ringraziamo per aver accettato di condividere con noi di B.BIKE il tuo viaggio incredibile; per cominciare vorremmo chiederti cosa ti ha spinto a intraprendere questo viaggio?
Il motivo di questa decisione è lo stesso che muove tutto il mondo: il sogno! Si inizia nel desiderare una cosa, semplicemente dopo aver fatto qualche esperienza simile e si va a finire con il sognarla, cercando di realizzarla con tutte le proprie forze. Nel mio caso fu tutta colpa del mio primo ed improvvisato viaggio in bicicletta, appena una settimana in viaggio, che però mi cambiò la vita.
– Qual’era la tua giornata tipo?
Mi svegliavo in tenda, normalmente al sorgere del sole, trovate le forze, mi rimettevo la mia tutina (naturalmente B.BIKE) sporca da ormai troppi giorni, arrotolavo sacco a pelo e materassino, e uscivo dalla tenda per assaporare l’aria fresca del mattino, in ogni parte del mondo con un sapore diverso! La giornata continuava poi in sella al mio destriero, pedalando, osservando, parlando e meravigliandomi. Una pausa a mezzogiorno per poi arrivare a trovare il posto sicuro per passare la notte: a volte nella natura, a volte dai pompieri, a volte a casa di fantastiche persone!
– Come mai la bicicletta?
E’ semplicemente il mezzo migliore per viaggiare, ormai lo sanno tutti! Economico, salutare, lento ed a contatto con natura e gente: trovate qualche difetto? Io no!
– Una domanda che sorge spontanea: che allenamento è necessario per affrontare un viaggio del genere? Se esiste!
Nessuno! L’allenamento è il viaggio stesso, non bisogna avere fretta e quindi nelle prime tappe bisogna stare più attenti a non esagerare. E’ fondamentale anche conoscere il proprio corpo: capire i nostri limiti ci aiuta a non rischiare di farci male.
– Un viaggio intorno al mondo…paesaggi completamente diversi, persone completamente diverse. Ci racconti un aneddoto che porterai sempre con te?
Il vero scopo di questo viaggio è sempre stato riuscire a stare con la gente locale e scoprire, vivendo in prima persona, la cultura e le usanze dei vari paesi. Per questo motivo uno dei migliori momenti del mio viaggio è stato proprio quando sono riuscito a trovare un villaggio completamente lontano dalla civiltà: ero in Myanmar e mi ero allontanato dall’ultima spiaggia raggiungibile; dopo aver guadato un fiume ho avuto la possibilità di passare una settimana in un piccolo villaggio di pescatori, giocando con i bambini e uscendo a pescare con gli uomini. Tutto senza parlare la stessa lingua. Il massimo!
– 3500 km percorsi, 30 paesi attraversati, 355 giorni pedalando. Non poteva mancare una domanda sul completo B.BIKE che ti ha accompagnato: come ti sei trovato?
Sinceramente avevo qualche dubbio sulla durata di una sola coppia di completi, utilizzati ogni giorno per un anno, ma a quanto pare mi sbagliavo! Tuttora i completi sono ancora utilizzabili ed il fondello fa ancora il suo dovere!
– Sappiamo che ora stai scrivendo un libro su questa tua avventura; qualche anticipazione? Quando potremo leggerlo?
Il libro è nato dall’idea di raccontare le mille storie e avventure che mi sono capitate ogni giorno, troppe per poterle condensare solo nel mio blog. In più mi piacerebbe condividere anche le varie riflessioni raccolte in questo viaggio.
– Ultima domanda e poi ti lasciamo andare: cosa consigli a chi vorrebbe intraprendere un viaggio come il tuo?
Buttatevi! Non avete nulla da perdere e potete sempre rimodellare il viaggio durante il percorso, secondo i vostri ritmi e le vostre esigenze! Sono sicuro che tornerete con degli occhi diversi, quelli di chi ama il mondo.